E’ tempo (cioè, io non vedevo l’ora) di inaugurare anche la “rubrica” dei viaggi. Viaggiare è una mia grandissima passione, ed oggi vorrei mostrarvi qualche scatto, e degli appunti a cui tengo molto, di un viaggio in Andalusia che risale all’estate 2007.
Il nostro itinerario è iniziato da Malaga, cuore culturale ed economico dell’Andalusia, a poco meno di una decina di kilometri dalla vivace cittadina di mare (Torremolinos) dove eravamo alloggiati. Più che in altre città dell’Andalusia, a Malaga è impossibile non notare un perfetto connubio tra il passato storico della regione (la dominazione araba antecedente la monarchia cristiana) e le radicate tradizioni spagnole (la corrida).
Tra le meraviglie da scoprire sicuramente l’Alcazaba (una cittadella araba circondata da splendidi giardini) e il Castello di Gibralfaro, da cui si gode una splendida vista sulla città e il suo porto. (foto 6) per gli appassionati della “corsa dei tori”, impossibile non entrare a curiosare nella Plaza de Toros di Malaga, e visitarne il museo.
Da non perdere infine il Museo Pablo Ruiz Picasso, inaugurato pochi anni fa in onore del grande pittore contemporaneo.






A circa due ore d’auto da Malaga sorge Granada, in prossimità delle montagne della Sierra Nevada. “Granada” in spagnolo significa “melograno”, frutto che è diventato simbolo di questa città. Se vi trovate in zona non potete fare a meno di visitare il famoso complesso dell’Alhambra (il cui nome arabo può essere tradotto come “la Fortezza Rossa”) con i suoi splendidi giardini. Armatevi di pazienza soprattutto nel periodo estivo, perché gli ingressi giornalieri sono a numero “chiuso”, quindi se arrivate tardi rischiate di non poter entrare in giornata e dovere ritornare. La lunga attesa verrà però ricompensata ampiamente: passeggiare nei giardini della cittadella, all’ombra di alberi secolari, tra centinaia di specie di fiori mai visti, nel silenzio e nella calura delle prime ore del pomeriggio, è sicuramente un’esperienza particolare.




Scendendo verso il centro di Granada, si scopre una città fortemente legata alla sua passata appartenenza ad un Califfato: dappertutto è possibile rintracciare, negli edifici, nei monumenti e persino nei tratti somatici degli abitanti, una fortissima influenza araba. Caratteristica è la zona attorno alla Cattedrale, dove negli stretti viottoli adiacenti ha luogo un grande mercato. (in particolare di venditori di spezie) l’atmosfera è quella di un grande e confusionario bazar all’aria aperta, sotto tendaggi dorati fissati ai cornicioni delle case che danno sui vicoli. Una città suggestiva, quasi da mille e una notte.


Proseguendo il nostro itinerario arriviamo a Cordoba, a due ore e mezzo d’auto da Malaga.Cordoba ti colpisce per l’ordine e la cura delle abitazioni e dei monumenti. Dal centro storico dipartono piccoli vicoli stretti, con case l’una in fila all’altra, dagli infissi colorati di giallo e verde scuro, e vasi di fiori multicolori appesi alle pareti d’un bianco candido, accecante dove batte la luce del sole.Viene naturale spingere lo sguardo oltre i tanti cancelli in ferro battuto a delimitare giardini meravigliosi e nascosti.
Ci ha sorpreso trovare anche resti di templi di epoca romana “accostati” a reperti di periodi storici più recenti, tutto viene valorizzato ed integrato.



La più popolare “attrazione” di Cordoba è però la Mezquita, definita la moschea-cattedrale per il fatto che alla bellissima costruzione musulmana si sono aggiunti nel tempo stili rinascimentali, gotici e barocchi.
Impossibile non rimanere estasiati dalla bellezza e dall’imponenza della costruzione, il cui interno, un labirinto infinito di colonne (circa 850!) di marmo e granito, va a creare a soffitto una serie di archi di pietra bianca e rossa. L’effetto finale studiato per le colonne e i suoi archi è quello di centinaia di alberi di palme che si aprono a ventaglio nella sala.



Un appunto particolare va al quartiere della Juderia, l’antico quartiere ebraico della città. (oggi pieno di negozietti di souvenir per turisti) nonostante tutto, ancora oggi rimane il fascino di un quartiere intimo, fatto di stradine strette e attorcigliate che improvvisamente si aprono in piccole piazze pittoresche.
Il nostro viaggio continua alla volta di Gibilterra, territorio inglese d’oltremare. Gibilterra è un mondo a parte, completamente slegato dalla cultura spagnola se non per lo strano misto di inglese e spagnolo che si sente parlare e per l’uso combinato di euro e sterline.E’ singolare il fatto di trovarsi davanti ad una cittadina in puro stile “british” (fast food e tipiche cabine rosse del telefono la fanno da padrone) che si estende per poco più di 6,5 kilometri con una propria dogana, ed un proprio aeroporto. (a proposito, per giungere a piedi in centro si è per forza costretti ad attraversare a piedi la pista!)


Se vi trovate a Gibilterra non rinunciate ad una escursione sulla Rocca, la Upper Rock, un enorme spuntone di roccia a picco sul mare. è possibile salire con la funicolare, ma risulta molto più comodo andare in auto o con le guide di tour organizzati. (permettono di risparmiare molto tempo ed una lunga scarpinata sotto il sole cocente)
sulla Upper Rock è possibile visitare la bellissima grotta di Saint Micheal, piena di stalagtiti e stalagmiti, e la riserva naturale che sorge sulla cima della montagna, dove farete la conoscenza di una simpatica quanto nutrita colonia di scimmiette senza coda, arrivate dall’Africa e stabilitesi col tempo anche a Gibilterra.
Dalla cima della Rocca si gode una vista a dir poco mozzafiato, e nelle giornate più limpide si riesce a scorgere persino l’Africa, su questo lembo di terra proteso tra Atlantico e Mar Mediterraneo, considerato un tempo il confine del mondo conosciuto oltre il quale era proibito spingersi.



PICCOLE NOTE SU:
EVENTI E MANIFESTAZIONI: l’evento estivo più importante è sicuramente la “Ferìa” di Malaga (o Gran Fiesta del Verano) che per dieci giorni a metà Agosto viene celebrata per commemorare la reconquista della città da parte dei cattolici nel 1487. Nella prima sera i cittadini si riuniscono sulle spiagge della Malagueta, per ascoltare il “Pregon de la feria”, ovvero l’inaugurazione della festa. A mezzanotte, al porto e nelle zone antistanti, iniziano gli spettacoli pirotecnici.
Durante i giorni di feria, dalla mattina fino a tarda sera, ogni via attira l’attenzione dei cittadini e dei turisti, con spettacoli di ogni genere e movimento. Il centro storico diventa un luogo assolutamente da vedere, con le migliaia di persone festose e i banchi che vendono qualsiasi cosa (souvenir, fiori, dolci, panini, pesce fritto etc), e quasi tutte le donne e le bambine indossano i classici abiti della tradizione da “gitanas” (gonne lunghe a balze con pizzi e pois e corpetto)


CIBO: in Andalusia c’è solo l’imbarazzo della scelta! Inutile dire che è d’obbligo la sera prima di cena (si cena tardi, intorno alle 22.00) fare un piccolo (ma piccolo non sarà, date le porzioni sempre abbondanti!) aperitivo a base di “tapas”, tanti assaggi di pesce, carne e/o verdure; ogni localino avrà le sue specialità del giorno, quindi si ha solo l’imbarazzo della scelta.
Il pranzo si svolge intorno alle 14.00/15.00, la cena intorno alle 22.00. Il pomeriggio fino alle 17.00 ha luogo la siesta, ragion per cui troverete le città o i paesini deserti e con le serrande della maggior parte dei negozi abbassate.
Ottimi, neanche a dirlo, i ristoranti di pesce (a noi Restaurant Juan, a Torremolinos, è rimasto nel cuore – C/ Mar, 11 y Paseo Marítimo, 28, Torremolinos, Spagna) – in foto: patatas bravas, calamari alla romana e dorada a la plancha.
